Di conseguenza, la Terapia Breve Strategica rappresenta un intervento radicale e duraturo e non un trattamento superficiale o soltanto sintomatico. A differenza delle tradizionali teorie psicologiche e psichiatriche un terapeuta strategico si interessa della “funzionalità” o disfunzionalità” del comportamento delle persone e del loro modo di rapportarsi con la realtà. Quando ci troviamo di fronte ad una difficoltà, la prima cosa che ci viene da fare per risolverla è utilizzare una strategia che ci appare produttiva, magari perché ha funzionato nel passato per una situazione simile: può capitare che la strategia scelta non funzioni come ci saremmo aspettati e che questo ci porti ad intensificare ulteriormente i nostri sforzi in quella direzione proprio perché ci sembra la più logica, cioè l’unica possibile. Si cade così in una trappola mentale nella quale più applichiamo quella strategia più la situazione sembra non risolversi, e addirittura complicarsi e anche se ce ne rendiamo conto, non possiamo fare altrimenti.
Per questo motivo, il terapeuta strategico si focalizza da subito sul rompere questo circolo vizioso che si è creato tra tentate soluzioni e persistenza del problema, lavorando sui meccanismi di funzionamento e mantenimento del problema attuale. Scopo ultimo dell’intervento terapeutico diviene così lo spostamento del punto di osservazione del soggetto dalla sua posizione originaria rigida e disfunzionale, ad una prospettiva più elastica e funzionale che offre maggiori possibilità di scelta.
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